La scuola della noia

La noia.
-parte prima -

La noia è una signora dai fianchi un po’ molli ed i piedi gonfi, che si dà aria sventolando uno sfilacciato foulard.
La noia è insopportabilmente vecchia.
La noia è il chiassoso silenzio che ogni giorno esperimento nel chiuso della mia cameretta. La noia è evidente mi è imposta.
La noia è il dovere prima del piacere, è fare il cameriere a mio fratello, è uscire con l’ombrello, è il fare le spese. 
La noia abita questo paese in cui niente mai succede e la vita si snoda fra la casa, la chiesa e la posta.
Ci vorrebbe una bomba, sì una bomba. Senza morti e feriti, solo un po' di macerie ed un bel polverone.
Una bomba contro la noia.

La bomba.
-parte seconda-

La bomba è un concetto in bilico fra il concreto e l'astratto.
La bomba ha un misterioso ed ancestrale fascino, rimanda alla caccia, ha il sapore della sfida, ha il tempo esagerato della miccia. La bomba mi piace, pur non avendola mai vista. La bomba come un dirompente desiderio, come un inconfessabile segreto che nella mia cameretta ordisco e celo.

La deflagrazione.
-parte terza-

Ecco l'equivalenza perfetta: la bomba sta alla noia, come io sto al paese.
Io sono la bomba pronta ad esplodere, la noia la mia carica, il piccolo mondo qui intorno sarà teatro di un incredibile e inaspettato incendio. Signore e signori preparatevi, la miccia è accesa, è questione di istanti, alle mie mani già infilati perfetti bianchi guanti, la deflagrazione presto sarà servita a colazione.

Appendice.

Alla scuola della noia si apprende la creatività, dato che il vuoto consente all’uomo l’azzardo generativo.
Qualcuno ha detto e scritto: “Mi annoio dunque sono”, concordo e mi accodo.
Bisognerebbe educarsi alla noia, forse imparando a distinguerla dall’apatia, caricarla di carica positiva, trasformarla in positiva energia. Una bomba appunto.



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