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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

Lavori di gruppo!

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Raduna sessanta bambini di 11 anni, una novantina di adulti (genitori dei piccoli), affidagli un tema come da traccia nei commenti riportata e chiedigli di raccontare attraverso un’infografica le idee che hanno maturato, risultato? Questo: 

Pensieri pasquali

Il calendario suggerisce l’idea di occuparmi del tema pasquale, lo faccio allungando le mani dentro l’archivio digitale in cui conservo i pensieri e le riflessioni che sovente riverso in questo blog. Digitando nel campo “cerca” la parola: Pasqua, magicamente riaffiorano scritti che coprono un arco temporale di sei anni. In marzo 2018 appuntavo: Se la Pasqua è solo un inciampo, un giorno vuoto sul calendario che asciuga la tasca e ingrassa la cassa di chi come me sfrutta ogni santa: qui c'è l'affare e l'affare è da fare. Se la Pasqua è solo un pretesto per un augurio falso e modesto, per donarci un abbraccio che, nell'acido di un latente e diffuso livore, scioglieremo con piacere stante la prima buona occasione. Se la Pasqua è l'ennesima chance  per mettere in croce un altro ladrone, reo di appropriarsi di tutto quello che noi, incoscienti e felici, gli abbiamo in molti casi sottratto: protezione, educazione, formazione.

Non disturbare, sto giocando

Ha proprio ragione Damiano, quando dall’alto dei suoi quattro anni asserisce: <<Spegnilo papà!>>. Lo dice in riferimento al telefonino, a quell’oggetto magico che trilla, vibra, s’illumina, dispositivo che ormai condiziona in modo importante il presente. Ha ragione il mio piccolo saggio, se del tempo per giocare con lui deve esserci, questo deve essere senza distrazioni e interferenze. Giocare e stare con un bambino non può essere meno serio del varcare la soglia di uno spazio sacro, se in quella situazione il mio primo gesto è spegnere o silenziare il magico oggetto, così sia anche quando ad un piccolo dedico il mio tempo. Spengo il telefonino anche quando entro in aula, per immergermi nell’insegnamento al cento per cento, lo spengo di notte perché il tempo dedicato al riposo vale quanto quello impiegato al lavoro. Confesso di essere meno attento appunto quando a Damiano mi dedico, ma i bambini spesso ci insegnano e allora noi docili dovremmo fare ammenda e re

Il pozzo comunale

Se fossi sindaco, assessore o urbanista, se insomma avessi un peso reale nelle scelte dell’arredo urbano, collocherei al centro di ogni paese un pozzo. Me lo figuro classico, a base circolare, fatto in pietra o in mattoni, con la carrucola, il secchio, la corda e la manovella per regolare discesa e salita, un pozzo da favola! In quanto sindaco (assessore o urbanista) valuterei anche diverse fattezze, sono un tipo democratico, di mente aperta e accolgo di buon grado ogni novità, quindi avanti fate le vostre proposte, descrivetelo o fate uno schizzo, esprimete senza riserve il vostro desio... ecco qui, mettetele qui, in questo piccolo pozzo. Vi piace? È un modellino in cartone, scala 1:5, l’ho fatto io. Osserverete che non c’è l’acqua, ma questa non è una mancanza, è cosa voluta perché questo è un pozzo speciale. Innanzitutto non si verrà a prendere ma a dare, a gettare, non monetine o cartacce, ma desideri. Desideri grandi e piccoli, seri e meno seri, li accoglierà tutti, s

Una buona idea

Roma, 31 Marzo 2023 Circolarità e fantasia sono le parole chiave, utilizzate dallo stesso Ministro, per spiegare ai giornalisti convenuti la riforma del lavoro che porta la sua firma e quella dei suoi collaboratori: la moglie, i figli e qualche amico (siamo in Italia!). Afferma il Ministro Chiarelli che “si è voluti passare dalla concezione di lavoro a quella di lavOro", un accorgimento tipografico per dire la bellezza e la ricchezza di ogni professione. Prosegue il Ministro: "la Costituzione sancisce che il lavoro nobilita l'uomo e noi leggiamo quel 'nobilita' come: gratifica, appaga, eleva, arricchisce." C'è brusio in sala, il Professore lo coglie e sottolinea che è stato fatto tutto il possibile affinché l'uomo, più che il capitale, torni al centro del lavOro. "Non è pensabile che un uomo svolga per 40 ore alla settimana sempre la stessa mansione, fossilizzandosi su di essa, talvolta senza che vi sia un apporto personale di pensiero e