Quando fatica fa rima con felicità e serenità

Un’aiuola da sistemare, una decina di radici di una siepe da sradicare e un po’ di tempo libero nel mese in cui quasi tutto e quasi tutti si fermano: agosto.

Sin da bambino il mio rapporto con questo mese è stato complesso, faticavo a dare un senso a quelle lunghe giornate vuote, fatica che non ha trovato soluzione nemmeno da più grande, da adolescente e da giovane.
Con l’età adulta ho imparato a gestire quel mese capriccioso, a trovare un equilibrio fra pieno e vuoto sino ad arrivare a questa estate, una delle migliori stagioni mai vissute sotto questo punto di vista.

Cosa ha reso al sottoscritto questo tempo tanto speciale?
Il fare fatica scavando la terra, sudando sotto il sole, in compagnia di un’ascia e di un piccone.

Può sembrare una banalità ma per una persona come il sottoscritto, abituata a  otto e più ore al giorno a stare seduta di fronte a un computer, l’attività “contadina” ha una carica decisamente rivoluzionaria.

Allora fatica fisica fa rima con felicità, dovrò tenere a mente questa lezione, dovrò -nel limite del possibile- fare tesoro di questa mia conquista. Per farlo inizio da qui, scrivendo un post nel mio blog... Ahi! Ancora computer, una tastiera, una sedia e un monitor... Sono incorreggibile!

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