Non disturbare, sto giocando

Ha proprio ragione Damiano, quando dall’alto dei suoi quattro anni asserisce: <<Spegnilo papà!>>.

Lo dice in riferimento al telefonino, a quell’oggetto magico che trilla, vibra, s’illumina, dispositivo che ormai condiziona in modo importante il presente.
Ha ragione il mio piccolo saggio, se del tempo per giocare con lui deve esserci, questo deve essere senza distrazioni e interferenze.
Giocare e stare con un bambino non può essere meno serio del varcare la soglia di uno spazio sacro, se in quella situazione il mio primo gesto è spegnere o silenziare il magico oggetto, così sia anche quando ad un piccolo dedico il mio tempo.
Spengo il telefonino anche quando entro in aula, per immergermi nell’insegnamento al cento per cento, lo spengo di notte perché il tempo dedicato al riposo vale quanto quello impiegato al lavoro.
Confesso di essere meno attento appunto quando a Damiano mi dedico, ma i bambini spesso ci insegnano e allora noi docili dovremmo fare ammenda e rettificare la nostra condotta.

Ecco Damiano metto il mio impegno nero su bianco, qui in questo pubblico spazio, da domani sarò meno distratto, da domani “non disturbare, sto giocando” sarà la risposta automatica a chi mi andrà cercando.


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