La famiglia oltre i proclami.

Caro don Xxxxx,

al nostro primo incontro, avvenuto in data 21 aprile 2017 in oratorio a Molinetto, mi chiese che priorità vedevo per la Parrocchia, io risposi di porre attenzione ai catechisti e agli educatori degli adulti.
Il focus su queste figure di fatto risponde ad una attenzione pastorale più generale sul tema della famiglia, attenzione direi fondamentale della Chiesa Cattolica.

Sulla famiglia la Chiesa, intesa come l’insieme dei laici e dei ministri ordinati, teorizza molto, cioè propone teorie, analizza dinamiche e formula dei moniti, degli “avvisi” che rischiano spesso di cadere nel vuoto, un po’ come quando si dice ad un bambino di “stare attento” o di “comportarsi bene” senza concretizzare questi moniti. Per spiegarmi meglio prendo ad esempio il lavoro che ha visto sul Piccolo Principe, quando ho sottolineato l’importanza dei riti ho fatto un discorso generico, portando sì qualche esempio, ma lasciando il tutto molto sospeso, mentre ritengo sia fondamentale chiarirsi bene su cosa siano questi riti, cioè definire quali siano i riti (o le regole) che fanno bene alla famiglia, diciamoci questi riti, sperimentiamoli, facciamoli diventare prassi di vita.
Per restare sulla scia del Piccolo Principe dovremmo chiederci in concreto: cosa significa che due persone far loro si “addomesticano”? come si fa da “addomesticarsi” all’interno della famiglia? La risposta a queste domande non è scontata e nemmeno la si può dare per acquisita semplicemente perché si è adulti. È evidente che si possa essere bravissime persona, rette ed irreprensibili nei comportamenti, ma in difficoltà nella relazione con l’altro (con i figli, con la moglie). Questa difficoltà è un limite su cui devo lavorare, ma chi mi aiuta? Io credo che la comunità, la Parrocchia possa farlo.
Come? Vedo un ruolo preminente degli educatori degli adulti certo, perché sono loro che incontrano le famiglie, viene poi il catechista del bambino, anch'esso con la famiglia si relaziona, seppur in misura minore. In realtà sarebbe bello se la comunità tutta esprimesse una forte attenzione alla famiglia, con proposte che passino sì dall'icfr ma non solo. Per fare questo credo si debba investire il consiglio pastorale di una riflessione circa la pastorale famigliare. Una riflessione profonda che vada poi ad elaborare delle proposte concrete, che misuri e verifichi anche la proposta dell'icfr.
In quest’ottica la proposta dell’Aziona Cattolica di Molinetto-Ciliverghe, quella relativa all’accompagnamento dei genitori che chiedono il Battesimo, troverebbe giusta collocazione. Come già le ha accennato R. S, abbiamo avuto modo di attuarla un paio di volte (quindi esiste già programmazione e sperimentazione) con parroco don xxxxx.
Mi permetto di aggiungere un’idea del tutto personale, forse un poco bislacca, ma credo con un suo fondamento: a giugno poniamo in essere i laboratori con gli artigiani, che hanno l’obiettivo - probabilmente ambizioso - di tramandare l’abilità pratica di una persona matura alle piccole nuove generazioni. È chiaro che il fine non solo o primariamente è quello di tramandare un sapere, ma anche di attivare e di valorizzare persone in pensione, così come offrire un servizio di supporto alla famiglie che in quel periodo non hanno i figli a scuola e che quindi necessitano di un aiuto nella gestione degli stessi. Dentro quest’ottica vedrei un’offerta laboratoriale indirizzata agli adulti, ai papà e alle mamme. Le faranno ridere i miei esempi, ma un corso come: “dalla lavatrice all’armadio” che insegni - soprattutto ai maschietti - come si lava, si stira e si piega, potrebbe avere delle ricadute positive sul ménage famigliare! Ma anche il corso di cucina, così come il laboratorio di meccanica mirato alla gestione dell’automobile (pressione pneumatici, olio, batteria…) potrebbe avere un suo perché.
Molto si può immaginare, ma quello che dicono questi laboratori è una attenzione concreta alla famiglia, nelle cose più sciocche ed ordinarie ma necessarie.
Ovvio che non possono trovare collocazione temporale nella proposta che facciamo già, si tratterebbe di investire sui week-end o sul dopo cena.
Accanto a queste cose molto terra terra l’attenzione concreta alla famiglia deve necessariamente interfacciarsi con la pedagogia, con la psicologia, con la sociologia e con tutta la scienza che può essere di supporto al vivere in due e più.
Su questo punto non faccio ipotesi, non ho nulla di pronto e di già pensato, ma anche per questo ribadisco la necessità di soffermarsi a pensare, a valutare l’opportunità o meno di investire risorse e tempo in questa direzione.

Mi fermo qui, credo di aver scritto abbastanza!
Grazie per l’attenzione, a presto,
Alessandro.



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