L’uomo che cammina

Camminare e pensare.
Camminare è pensare.

È lo spazio che uno dedica a sé stesso per rielaborare il proprio vissuto, per comprenderlo e rilanciarlo nel futuro.
Lo si può fare in altre occasioni? Probabilmente sì, personalmente il camminare, il percorrere medio/brevi tratti a piedi, fosse solo per andare a prendere i figli a scuola, è uno dei pochi momenti in cui posso farlo, in cui posso dedicare del tempo a pensare e pensarmi.

Difficilmente lo si può fare mentre si guida un’automobile, il guidare è un’attività più impegnativa del semplice mettere un piede dopo l’altro, o almeno è così per il sottoscritto, comprendo che sia molto soggettivo.
Meno soggettivo è il fattore tempo, muoversi a piedi vuol dire rallentare, concedersi del tempo, concedersi con leggerezza anche delle deviazioni, delle soste contemplative, degli accessi contromano. L’uomo a piedi è l’uomo libero.

Per questo educo i miei figli al valore del cammino, a scuola si va piedi (con o senza l’adulto), non solo perché camminando arriva più ossigeno al cervello, dunque poi si rende meglio, non solo perché si contribuisce, seppure in piccola misura, al mantenimento di un’aria un filo meno inquinata, ma soprattutto perché è un esercizio di libertà.

Alcuni genitori con cui mi sono confrontato mi hanno confidato di fidarsi dei propri figli, ma di temere per l’incolumità di quest’ultimi, quindi di sentirsi “obbligati” a proteggerli dai pericoli che potrebbero incontrare. È percezione comune: il mondo, anche solo quello piccolo che entra in un paese, è più pericoloso di una volta, è più insidioso, più trafficato e complesso dei tempi passati, del quando eravamo bambini noi.
Non ho strumenti per confutare o smontare questa percezione.
Posso però lavorare su di essa, cioè costruire delle sicurezze laddove immagino  insidie.
Per esempio posso fare e far fare percorsi sicuri, non necessariamente i più brevi, dunque allungare il tragitto per evitare punti critici. Oppure posso presidiare solo i punti critici, io come genitore o affidando questo compito ad altri. I progetti “pedibus” in tal senso non mancano.

Mi fermo qui, anzi parto da qui.

Buona camminata!

Commenti

  1. Passo dopo passo si rischia di andare molto lontano... "Per vagabondare occorre avere eccezionali doti di sognatore" Roberto Arlt (citazione dal libro "Del camminare e altre distrazioni - Antologia per viandanti e sognatori", EdicicloEditore). Buon viaggio!

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